Siamo stati recentemente alla mostra di Tesla a Milano, la Nikola Tesla Exhibition che dal 5 ottobre ha aperto i battenti per la gioia degli appassionati. Ma anche di chi non ne sapeva praticamente nulla come la sottoscritta, lo confesso.
Mi ero letta qualcosa velocemente prima della visita, giusto per arrivare preparata. E sono rimasta letteralmente scioccata. In senso sia positivo che negativo. Positivo perché Nikola Tesla era un genio allucinante, di quelli del calibro di Leonardo da Vinci per intenderci. Eppure se di Leonardo sappiamo vita, morte e miracoli, se davanti alla Gioconda rimaniamo stupiti con un pizzico di orgoglio italiano, di Tesla il cittadino medio sa poco o niente.
Riflessioni che la mostra di Tesla a Milano mi ha suscitato
L’indice è fondamentale, vi consente di saltare a piè pari questo paragrafo. Che non è sicuramente interessante per i motori di ricerca. Ma, detto tra noi, non mi interessa. La mostra di Tesla a Milano mi ha lasciata con un senso di scoramento profondo nell’animo. Sono uscita con gli occhi a cuore per quello che ho visto ma con l’umore un po’ a terra. Perché Tesla è l’incarnazione vivente del fatto che non sempre basta la bravura. Ci vogliono scaltrezza, abilità, senso degli affari, una conoscenza di come va il mondo, una dose formato mini di buonafede, una fiducia non sconfinata nel genere umano. E mi sono sentita profondamente amareggiata. Perché mi ci sono rivista. Ora, non fraintendetemi, non voglio attribuirmi il titolo di genio perché non lo sono. Ma, giusto il giorno prima di visitare la mostra, stavo cancellando mail dalla mia casella di posta intasatissima, con messaggi che risalivano al 2014. Richieste di collaborazione che ho rifiutato senza nemmeno fermarmi un secondo a riflettere (e che rifiuterei ancora oggi) perché non erano in linea con quello che penso, con i miei ideali. Mi sono intestardita su certi principi granitici che non ho mai voluto scalfire. Niente, Tesla ha fatto uguale ed è finito probabilmente assassinato. O comunque morto in circostanze sospette. Senza un soldo. La riflessione era d’obbligo per la sottoscritta. Vi giuro che continuo a pensarci.
Sono sinceramente, profondamente addolorata per lui. La mostra vuole essere un riscatto. La guida ci ha detto proprio così, con le lacrime agli occhi e la voce appassionata di chi ci sta mettendo il cuore. Un tributo per un uomo che se lo merita. Certo, ormai è morto e sepolto. Ma dall’alto probabilmente sorriderà. Pensiamolo ogni volta che accendiamo la luce. Gli farà sicuramente piacere.
La mostra di Tesla a Milano: com’è strutturata
Torniamo alla mostra di Tesla a Milano che è poi l’argomento di questo post, giuro non l’ho dimenticato.
La Nikola Tesla Exhibition è l’unica tappa italiana della mostra-museo interattiva dedicata allo scienziato. Un’esposizione di 1500 mq allestito nello Spazio Ventura XV a Lambrate, dove avevamo visto un’altra bellissima mostra.
Il percorso consente di conoscere ovviamente l’opera ma anche la vita di Tesla a partire dalla sua infanzia che l’ha profondamente segnato.
Era un genio, una delle menti più eccelse del XX secolo a cui dobbiamo tantissimo. Sono suoi circa 300 brevetti, sua l’idea della corrente alternata, sua anche l’idea di un’arma che avrebbe fermato tutte le guerre del mondo. Un laser che nessuno ha mai voluto realizzare e che probabilmente è stato la causa della sua morte. Perché le guerre sono una fonte di guadagno inestimabile. E la sua invenzione dava evidentemente fastidio. Triste ma vero.
Lungo tutto il percorso museale potrete leggere frasi che ispirano riflessioni profonde. Per Tesla le scoperte scientifiche hanno ragione di esistere solo ed esclusivamente se servono per migliorare la vita delle persone. Della serie, ve lo traduco in soldoni, troviamo un modo per eliminare la fame nel mondo non per andare su Marte.
La mostra di Tesla a Milano è costruita in modo che possa essere interessante sia per gli adulti che per i bambini. Perché la scienza in fondo è un collante universale, davanti a una postazione interattiva i grandi tornano piccoli e la distanza si azzera.
Tesla è stato un grande genio ma anche un grande uomo. Lo stesso non si può dire di Edison, nome che tutti conosciamo. Edison ha sfruttato le capacità di Tesla, potremmo dire che l’ha un po’ fregato.
Finché Tesla non ha aperto gli occhi provando una delusione cocente per un uomo che ammirava profondamente. Delusione che possiamo vedere nero su bianco sulle pagine del suo diario. Good bye Edison. Addio. Ciaone.
La visita è un percorso che ha lo scopo di approfondire a 360° l’esistenza e il pensiero di Tesla.
Si possono vedere scritti originali, documenti (tra cui la cittadinanza statunitense) e reperti.
Con un’attenta ricostruzione dei luoghi di origine e la riproduzione fedele delle macchine ispirate al grande inventore.
Alla fine del percorso c’è una grande sala dove tutti possono cimentarsi a provare diversi macchinari e a testare le forze della fisica.
Preparatevi perché da qui difficilmente vorrete andarvene. Voi e i bambini, non c’è differenza.
Mostra di Tesla a Milano: info utili
La mostra è organizzata su fasce orarie e si visita esclusivamente in gruppi da 25/35 persone accompagnati da una guida compresa nel biglietto d’ingresso. La visita guidata dura circa un’ora e un quarto.
Si ripercorrono tutte le sale dell’esposizione fino ad arrivare allo show del Tesla Coil, la bobina che riproduce i fulmini.
La seconda sezione è un’area libera interattiva, visitabile in autonomia, che permette di approfondire i principi dinamico-elettrici studiati da Tesla. Qui in teoria potete starci mezz’oretta, in pratica molto di più. Noi siamo entrati con la visita guidata delle 10 del mattino e siamo usciti quasi alle 13.
Siamo in cinque e volevamo provare tutto tutti quindi ovviamente in due o tre i tempi sono leggermente inferiori ma il mio consiglio è di prendervi tutto il tempo. Sarebbe un vero peccato dover uscire in fretta e furia, considerato anche il costo del biglietto non propriamente irrisorio.
Si consiglia vivamente l’acquisto del biglietto in prevendita per avere la priorità d’ingresso. Noi siamo andati di domenica mattina e la fila era già abbastanza lunga. Se potete andateci in settimana dal martedì al venerdì dalle 10 alle 18.
Potete acquistare i biglietti anche direttamente in biglietteria, in quel caso sarete accorpati al primo gruppo in partenza con posti liberi. Non è sicuramente la modalità migliore nel fine settimana, soprattutto se piove.
Veniamo al costo del biglietto, l’unica nota dolente lo confesso. 18 euro gli adulti, 16 euro i bambini dai 5 ai 13 anni. Gratuito per i più piccoli. In settimana un euro in meno (17 e 15). A questo dovete aggiungere il costo della prevendita che è di 1,50 euro a biglietto. Per una famiglia da cinque come noi vi faccio un rapido calcolo: 94 euro in settimana, 99 euro nel fine settimana. Tanto, non si discute. Ma io rimango dell’idea che siano soldi ben spesi. Ognuno poi fa ovviamente le sue scelte e le sue valutazioni. Ognuno spende i soldi come preferisce. Io vi garantisco che questi euro sono ben spesi. E che possono rientrare perfettamente nella filosofia meno cose più esperienze. Potrebbe essere un perfetto regalo di Natale al posto di mille giochi inutili.
La mostra è stata inaugurata il 5 ottobre e resterà aperta fino alla prossima primavera (data precisa non ancora indicata), quindi avete tutto il tempo per visitarla.
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