Inizio a raccontarvi il nostro itinerario tra Paesi Baschi (spagnoli e francesi) e nord della Spagna da qui. Da San Juan de Gaztelugatxe (dal nome impronunciabile e irricordabile che abbiamo abbreviato e ridicolizzato in tutti i modi fino a diventare “grazie al…. “).
Comunque, manteniamo un clima di serietà. Perché stiamo pur sempre parlando di San Giovanni che approdò qui, c’è ancora l’impronta, si dice che porti fortuna metterci il piede. Nel caso, dopo essere passati da Lourdes, abbiamo fatto anche questa.
San Juan de Gaztelugatxe lo conoscete tutti anche senza saperlo. Perché compare spessissimo come sfondo del pc. E dubito che qualcuno possa restare indifferente al suo fascino. Non occorre essere super mega fan del Trono di Spade per innamorarsi di questo posto. E per decidere che tocca andarci. Per forza.
Gli argomenti del post
San Juan de Gaztelugatxe e la Roccia del Drago di Game of Thrones
Una premessa. A me Game of Thrones è piaciuto tantissimo. Dopo un inizio lento in cui non mi pigliava affatto, poi ci ho preso gusto. Detto questo, non vi ammorberò come con Harry Potter, inseguendo tutti i luoghi a mo’ di pellegrinaggio. Perché Harry Potter rimane sempre sul podio. Ma non nascondo che alcuni luoghi del Trono di Spade sono sulla mia travel wish list. A prescindere dal film. Tipo in Irlanda del Nord, viaggio saltato qualche mese fa, avevo già i biglietti del Game of Thrones Studio Tour.
In questo contesto, San Juan de Gaztelugatxe è la Roccia del Drago, la fortezza di Daenerys Targaryen. Ricorderete la scalinata suggestiva, inconfondibile che porta a questo isolotto della Spagna del Nord. Dove in cima, nella serie, si vedeva un castello imponente. Nella realtà invece vedrete una chiesetta, un piccolo eremo.
Se siete appassionati della saga, questa è una tappa irrinunciabile dunque. Ma anche se non lo siete. Perché il luogo è di una bellezza commovente. Ed era il primo motivo per cui volevo visitare questa parte della costa basca spagnola.
La storia dell’isolotto di San Juan de Gaztelugatxe
Il nome che abbiamo preso in giro in realtà ha un significato in lingua basca. Deriva da Gatzelu che significa castello e atx che significa roccia. Quindi roccia del castello o castello di roccia, non so se la lingua basca segua la costruzione latina o anglosassone. Tra l’altro ho scoperto che la lingua basca appartiene a un ceppo tutto suo e in effetti è incomprensibile anche per chi, come me, ha una certa dimestichezza sia con le lingue germaniche che con quelle romanze.
Ma veniamo all’isolotto, perché di isolotto si tratta, a unirlo alla terraferma è la scalinata costruita dall’uomo. Si dice che San Giovanni arrivò qui. E ci approdò solo con tre passi da Bermeo, l’ultimo passo è ancora ben visibile sulla scalinata.
Leggenda e storia si intrecciano, come capita per tutti quei luoghi talmente speciali a cui devi per forza affibbiare una spiegazione. O più di una.
La chiesa che vedete in cima alla scogliera non è l’originale che – pare – risalisse al IX secolo e appartenesse ai Templari. Da lì prima divenne un convento, poi una struttura difensiva del re di Biscaglia contro gli attacchi di Re Alfonso XI e perfino di Francis Drake. Successivamente l’eremo venne utilizzato come prigione per le presunte streghe durante il periodo dell’Inquisizione.
Insomma tantissime funzioni per quella che oggi è a tutti gli effetti una chiesa in cui vengono a chiedere protezione i marinai e i pescatori del luogo.
Come arrivare a Gaztelugatxe
Per arrivare a Gaztelugatxe ci sono alcuni mezzi pubblici dai paesi limitrofi – Bermeo e Bakio – e da Bilbao ma a mio avviso è meglio avere un’auto propria per muoversi autonomamente lungo la costa. Lasciate l’auto in uno dei tre parcheggi e cominciate a scendere.
Per raggiungere la cima di questo isolotto – o meglio sperone roccioso – adagiato al largo della costa frastagliata di Biscaglia dovrete mettere in conto un po’ di fatica. Ma ne vale assolutamente la pena.
Il percorso in totale è di 3 km circa. Ma non ragionate in chilometri, non pensateci nemmeno. Non è una passeggiata. Dovrete scendere fino all’inizio della scalinata, con alcuni punti di grande pendenza. Poi dovrete risalire i 241 gradini che portano all’eremo.
Riscenderli. E risalire fino al parcheggio (con la pendenza che diventa salita). In tutto sono circa 250 metri di dislivello totali in discesa e in salita. Assolutamente niente sandali ma solo scarpe da trekking. No passeggini e carrozzine.
Quanto tempo ci vuole a visitare Gaztelutatxe
All’inizio del percorso troverete un simpatico cartello che vi farà sembrare tutto così facile. 25 minuti di camminata cosa ci vuole? Considerate il dislivello e le foto, vi fermerete mille volte.
A ogni curva le sfumature vi sembreranno diverse, sentirete l’esigenza di esprimere a voce alta una dose considerevole di “wow” che saranno anche un’ottima scusa per riprendere fiato durante la salita.
Calcolate più o meno due ore e mezza tra il percorso e le soste. Può fare davvero molto caldo, io ho ringraziato il cielo di esserci arrivata all’apertura. Portatevi tantissima acqua perché camminerete quasi per tutto il tempo sotto il sole.
Di overtourism e luoghi fragili: ora la visita va prenotata!
Sono arrivata molto stanca alla vigilia della partenza, fisicamente ma forse ancora di più emotivamente e mentalmente. E così ho scoperto solo un paio di settimane prima che il sogno di raggiungere Gatzelugatxe forse non si sarebbe mai realizzato. L’accesso infatti al momento è su prenotazione perché il Trono di Spade ha fatto sì che tantissima gente si recasse sull’isolotto mettendone in pericolo la fauna. Ma anche la bellezza del luogo stesso.
Se mi seguite sui social, ricorderete le storie dedicate al tema. Trovo assolutamente giusto limitare l’ingresso nei mesi più caldi, in tutti i sensi. Basti pensare che fino a pochi anni fa, si accedeva in auto fino all’inizio della scalinata. Qui c’erano meno di 10 parcheggi che bastavano ai pochissimi visitatori che si inerpicava fino all’eremo.
Come prenotare i biglietti per Gaztelugatxe
Quindi se siete diretti sulla costa basca, per prima cosa controllate la disponibilità. La prenotazione è obbligatoria dal 1 aprile al 22 ottobre tutti i sabati e domenica, dal 1 al 16 aprile e dal 12 giugno al 10 settembre tutti i giorni. In agosto i posti erano esauriti già parecchi giorni prima. Potete provare a controllare ogni giorno se qualcuno disdice, noi ci abbiamo provato rimediando solo un ingresso. Per prenotare dovete andare sul sito ufficiale, selezionare la data e sperare che ci sia posto.
La chiesa non è sempre aperta, noi l’abbiamo trovata chiusa. Questo significa che non potrete suonare la campana che, da tradizione, porta fortuna. Pare poi che vogliano vietare definitivamente la cosa perché il suono continuo e incessante disturberebbe la nidificazione degli uccelli. Pace. Ci siamo accontentati dell’impronta di San Giovanni. Che trovate appena arrivati in cima alla scalinata.
E se non trovo posto?
Se non trovate posto, come nel nostro caso, c’è solo una soluzione. Alzarsi prestissimo e sperare in bene. Nei giorni precedenti al viaggio, avevo scritto all’ufficio informazioni e mi avevano detto che comunque senza biglietto non si entrava. Sono andata un po’ di logica. I cancelli aprono dalle 8 alle 20. I biglietti prenotabili con orario sono dalle 10 alle 19.
Forse arrivando prestissimo, all’apertura dei cancelli e prima del controllo biglietti, sarei riuscita a entrare. Ho chiesto informazioni in rete, mi sono confrontata con alcune lettrici che erano sul posto e mi avevano confermato la cosa. Arrivando prima dell’apertura, se la gente non è tanta, ti fanno passare tranquillamente. I controlli iniziano alle 9.30 circa. Questo significa che fino a quell’ora teoricamente (lo sottolineo perché non è scontato, dipende dall’affluenza) potrete entrare senza prenotazione. Che è quello che abbiamo fatto noi.
Alla sera non azzardatevi. Perché se è vero che dalle 19.30 i controlli non ci sono più, alle 20 i cancelli chiudono. E rischiate di rimanere intrappolati sull’isola. Direi che non è il caso.
Nel nostro caso, da San Sebastian dove alloggiavamo siamo partiti alle 6 per essere sul posto alle 7.40 massimo. E siamo stati tra i primissimi a varcare il cancello. Un’emozione indimenticabile.
Cosa vedere nei dintorni di Gaztelugatxe
Gatzelugatxe è inserito all’interno di una zona protetta ed è ai confini della Riserva della Biosfera di Urdaibai, semplicemente splendida. Un susseguirsi di spiagge, lingue di sabbia e mare blu incredibile. Segnatevi tra le spiagge più belle Playa de Laga (comodissima con bagni pubblici, parcheggio davanti alla spiaggia e rocce che formano piccole pozze d’acqua con la bassa marea) e Playa de Laida.
Me l’ero segnato tra le cose imperdibili da vedere ma non ho fatto in tempo. Eremo di Santa Catelina Baseliza, dalle foto sembra suggestivo tanto quanto Gaztelugatxe. Se ci andate fatemi sapere.
E a pochi minuti di auto da Gaztelugatxe, potete raggiungere il faro di Matxitxako (da noi ribattezzato giustamente maxica@@o). Il faro di per sé (che poi i fari sono due) non è nulla di speciale. Ma godrete di una vista splendida sulla costa e sull’isolotto.
Poi ovviamente c’è Bilbao a 40 minuti di auto. Ma quella è città. Tutta un’altra storia.
p.s. lasciate che concluda con questa considerazione. Mentre arrancavamo sulla salita faticosissima di Gaztelugatxe abbiamo incontrato una coppia di italiani, sulla sessantina. Con una blasonatissima guida cartacea in mano. Ci siamo fermati un attimo. Noi a riprendere fiato, loro a chiedere se valesse la pena fare quella sfacchinata. Io ho detto che dovevano sbrigarsi prima che iniziassero a controllare i biglietti. La blasonatissima guida cartacea ovviamente non lo segnalava perché non era aggiornata. Ecco, le guide di viaggio sono meravigliose. Ma non sempre sono aggiornate. Non per tutte le mete. Non sono la Bibbia. Nemmeno un blog di viaggio è la Bibbia. Alla fine viaggiare vuol dire fare un pizzico di fatica. E non smettere mai di informarsi ed essere curiosi. Amen.
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