Parole in libertà Riflessioni

Slow travel, l’anno del turismo lento: tempo di vacanze sostenibili

14 Marzo 2019
Slow Travel_turismo sostenibile_viaggiare lento

Ho un figlio che pensa. Pensa parecchio. Detto così potrebbe sembrare una bella cosa. E lo è, infatti.

Però quando hai un figlio che pensa e pensa parecchio (l’ho già detto?) è un attimo che la scia bianca che gli aerei lasciano in cielo passi dall’essere una cosa estremamente affascinante a un dramma. Ed è un attimo che torni a pensare allo slow travel, al turismo lento. 

La leggerezza l’abbiamo sepolta da tempo. Perché se sei un ragazzo che pensa, il cervello è sempre in fermento. Le nozioni nuove imparate sui libri si mescolano alla curiosità innata. Ne esce un cocktail esplosivo con cui ti trovi ad avere a che fare. Del resto, hai voluto tu che crescesse “essere pensante”. L’indole poi ha fatto il suo corso.

La scia dell’aereo dicevamo. Al di là dei tragici incidenti del Boeing 737, io non amo volare, è risaputo. Ma volo comunque. Agitata ma volo. E non mi ero mai soffermata troppo a pensare agli effetti che il mio volo, comprato con la super offerta a 12 euro, potesse avere sull’ambiente.

Ci ha pensato mio figlio, l’essere pensante tutto concentrato sulle calamità naturali e i disastri ambientali.

Siamo in emergenza climatica. L’ha ribadito Mattarella nel suo discorso qualche giorno fa.

Emergenza climatica senza possibilità di ritorno.

Significa che tutti, nessuno escluso, dobbiamo fare qualcosa per cambiare le nostre abitudini. Non domani, non settimana prossima. Oggi.

Significa che la mamma che qualche giorno fa ho incrociato davanti all’asilo e, alla richiesta del bambino “mamma dove butto la cicca?”, ha risposto “Per terra” non ha capito nulla. E al mio “complimenti, ma se facessimo tutti così?”, ha risposto “fatti i cazzi tuoi”. Stiamo messi così nella ridente Brianza dove la raccolta differenziata si fa da un ventennio. Figuriamoci altrove.

Non esiste più la cura di ciò che è di tutti. Viviamo in un individualismo spaventoso che ci induce a non guardare al di là del nostro naso. O della nostra vita.

Se i discorsi “la Terra è in pericolo, i ghiacci si sciolgono, eccetera eccetera eccetera” un tempo potevano essere lontanissimi dalla nostra quotidianità, ora non è più così. Nelle giornate in cui l’aria è più inquinata, io lo percepisco uscendo di casa. Non riesco a respirare. Faccio proprio fatica. E lo scorso autunno, quando io e la mia amica Daniela siamo andate in Val di Mello ad ammirare il foliage, quel meraviglioso lago in cui cerchiamo refrigerio in estate era quasi sparito.

Val di Mello lago

Perché il ghiacciaio è praticamente scomparso. Perché non piove. Perché la siccità sta diventando un problema. Così come le piogge torrenziali che poi si scatenano.

Mio figlio ci pensa molto. Forse perché vede tanti anni davanti a sé e noi ragioniamo con l’atteggiamento di chi ha un piede nella fossa e ormai … pace, è andata così. Ragioniamo come se non fosse nostra precisa responsabilità lasciare una speranza ai nostri figli. E ai figli dei nostri figli.

L’aereo dicevamo. L’aereo inquina. Parecchio. Mi sono documentata e ho fatto un po’ di ricerche. Le emissioni nel corso degli anni sono diminuite. Ma comunque resta un mezzo altamente inquinante. E ora prendere un volo aereo è diventato come prendere l’autobus. Clicchi e via. Quel famoso click che spesso mi ha reso felice. Ma che ora mi spinge a riflettere.

Lo dico con la coerenza di chi, comunque, il volo in tasca per l’estate l’ha già acquistato.

Slow travel, l’anno del turismo lento. È il momento di agire.

Il 2019 è stato dichiarato l’anno del turismo lento, dello slow travel. Bellissima espressione per titoli sensazionalistici. Ma poi, nel concreto, ci si impegna davvero?

Slow_travel_turismo_lento

No, lo confesso. O almeno io non ci mai ho riflettuto più di quel tanto. Finché non è arrivato lui, l’essere preadolescente pensante, in quell’età in cui il grigio non esiste. Ci sono solo il bianco e il nero. Se una cosa è sbagliata non si fa e basta. Se l’aereo inquina e l’auto soffoca l’aria non li prendiamo. Che problema c’è?

Mi sono trovata ad affrontare questo quesito nel momento in cui stavo per prenotare un volo per Amburgo. Destinazione: le isole Frisone settentrionali. Per il mega ponte di Pasqua.

Io sogno quel posto da un paio d’anni, mi sembrava arrivato il momento. Avevo prenotato gli alloggi su Booking, preparato nel dettaglio l’itinerario, studiato gli orari per i treni per Sylt. Tutto pronto insomma.

Poi il tarlo mi si è insinuato dentro. E ha scavato e scavato finché non ha avuto la meglio. Anno del turismo lento. E io piglio un aereo e un’auto a noleggio, per una settimana di vacanza.

Non c’è davvero un’alternativa meno inquinante? Un’alternativa che mi consenta comunque di viaggiare, di vedere cose nuove, di incantarmi davanti a paesaggi meravigliosi? Senza aereo e auto?

l’alternativa c’è. C’è sempre. Si chiama treno. Che è più costoso, siamo tutti d’accordo. Spesso un Milano-Roma con il Frecciarossa costa di più di un volo low-cost Malpensa-Fiumicino. (però ci sono trucchi per risparmiare sia in Italia che in Europa, io ve lo dico)

Ma dove sta il nostro impegno per l’ambiente? Lasciamo che ci pensino altri, quelli “strani” che viaggiano solo a piedi? Quelli fissati che non comprano l’auto e girano solo coi mezzi pubblici? O quelli che vivono al Nord, in Danimarca,  dove puntano ad avere una capitale a zero emissioni entro il 2025 (e ci riusciranno ne sono certa)? Ci cambiano davvero la vita quei 10-20 euro risparmiati? Ci riempiamo la bocca di paroloni, ma quando si tratta di mettere mano al portafoglio siamo coerenti col nostro pensiero?

E, come si suol dire, last but not least, dove sta il senso civico? Dove sta il rispetto per chi verrà?

Insomma questo tarlo mi ha tormentata per giorni. Da un lato mi immaginavo davanti ai fari del Nord, tra le dune di sabbia dall’altra la mia vocina interiore mi diceva “tuo figlio ti sta chiedendo un gesto di responsabilità. Vuole vedere se le parole che dici poi le metti in pratica”.

Perché è facile dire “dividi la carta dalla plastica” o usa la borraccia invece delle bottigliette ma siamo disposti a rinunciare a un volo aereo per non inquinare ulteriormente l’aria?

Slow travel, anno del turismo lento. Lo ripeto come un mantra.

Alla fine ho capito che i fari del Nord possono aspettare. Turismo lento vuol dire che ci andrò quando avrò dieci giorni a disposizione e potrò prendere il treno fino ad Amburgo. Facendo la mia parte.

Slow travel impatto ambientale treno

Vuol dire che cercherò di evitare il volo low cost mordi e fuggi pensando davvero che il mio impatto può fare la differenza. Vuol dire che mi impegnerò per cambiare il mio modo di viaggiare. Non ci riuscirò sempre, la tentazione di quel volo a poche decine di euro resterà. Resterà perché non sono mio figlio o Greta, la 15enne che sta scuotendo il mondo. (una che, lo ripeto, ha 15 anni e ogni venerdì sciopera manifestando davanti al parlamento svedese per sensibilizzare il mondo politico sul tema del riscaldamento globale e delle emergenze ambientali. Chi si prenderebbe la briga di fare lo stesso? Parlo anche per me eh, sia sottinteso.)

Greta_attivista_ambientale_slow travel

Immagine presa dal web

Ho superato l’epoca del bianco e del nero, sono per il grigio. Ma il mondo verrà salvato solo se ci schiereremo nettamente per il bianco.

Me lo ricorda l’aria che respiro. E me lo ricorda, ogni singolo giorno, mio figlio.

Quindi? Dove andrò?

Slow travel, abbiamo detto. Turismo lento e sostenibile. Perciò viaggerò unicamente in treno e mezzi pubblici. Prima si andrà a Roma come da tradizione. Pasqua capita proprio in concomitanza con il Natale di Roma, non perdetevelo se siete in zona. E poi andremo a Napoli dove non torno da quasi 20 anni.

La pizza si è imposta con successo sui fari. Le papille gustative e – soprattutto – l’ambiente ringraziano.

La bilancia un po’ meno.

p.s. se volete vedere l’impatto ambientale che possono avere i vostri viaggi ci sono tantissimi siti che vi aiutano a calcolarlo. EcoPassenger è uno dei tanti. Provate. Scoprirete tante cose interessanti sul vostro modo di viaggiare.

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2 Comments

  • Reply Famiglia Cuoco 14 Marzo 2019 at 3:42 pm

    Le tue sono belle riflessioni, che in parte anche condivido.
    Però penso a mia madre, con una figlia in UK e una a Roma (per ora), oppure penso a chi nemmeno fa la differenziata, penso a chi compra plastica a tutto andare quando se si vuole l’acqua frizzante ci sono vari modi per non buttare una bottiglia di plastica al giorno…e ammetto mi sento molto meno in colpa per un biglietto low cost.
    Forse, ancora penso, che ci sono molti modi per aiutare l’ambiente…anche se poi sogno un anno da vagabondi con il camper…insomma sono una continua contraddizione non c’è che dire!
    Eleonora

    • Reply letiziadorinzi 14 Marzo 2019 at 7:36 pm

      Ma certo Eleonora hai perfettamente ragione. Non condanno i low cost, ovviamente. Ne ho usufruito e ne usufruirò ampiamente anch’io. E hai perfettamente ragione sulla gente che se ne frega, non fa la raccolta differenziata, butta la plastica nel mare o lascia i rifiuti in alta montagna… chi più ne ha più ne metta. Il post è nato da una riflessione vera che mi sono posta e che mi ha fatto cambiare idea per la settimana di Pasqua. Poi, ovvio, quell’aereo partirà lo stesso che io sia a bordo o meno. Ma mi piace pensare di aver dato un piccolo contributo. O comunque di aver insegnato ai miei figli che bisogna prendersi cura dell’ambiente. Anche a costo di stravolgere i piani. La riflessione poi è sulle tratte dove tra aereo e treno si sceglie sempre il primo senza nemmeno prendere in considerazione il secondo. La classica tratta Milano-Roma, tanto per dirne una. Ma anche Milano-Parigi. Quando sarà andremo in treno. Perché alla fine il risparmio di tempo, calcolando di arrivare in centro, non è così tanto volando. Insomma piccoli gesti in viaggio. E grandi gesti nella quotidianità. Dallo scegliere abbigliamento sostenibile all’evitare sprechi alimentari. Un abbraccio

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