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Vacanza in baita in Alto Adige in autogestione: il bello di fare gruppo

11 Gennaio 2020
Vacanza in baita in Alto Adige con bambini

Sono sei anni che la prima settimana di gennaio, cascasse il mondo, la trascorro in vacanza con altre famiglie in una gigantesca baita in Alto Adige. Sono sei anni che peliamo zucchine e patate per una trentina di persone, di cui la maggioranza sono sempre i bambini. Sei anni fa la piccola di casa aveva un anno, i più grandi cinque e sei anni. Quella era l’età massima della parte infantile del gruppo. Ne è passata di acqua sotto i ponti e ora ci troviamo con i qualche piccolo di 4-5 anni e una manciata abbondante di adolescenti che sbuffano e sbraitano ma intanto sparecchiano. E la fatica comincia a pesare un po’ meno sulle nostre spalle.

Sono tornata da pochi giorni da quella che per i miei figli resta la vacanza più bella dell’anno. Del tipo che quando mi fanno incazzare di brutto e li ricatto – che non si fa ma lo facciamo tutti – le mura di casa sentono la versione peggiore di me che urla “se continuate così niente Vipiteno quest’anno”. Sono sei anni che quando sono in vacanza stacco proprio e pubblico giusto un paio di foto sui social per esprimere il concetto di una modalità diversa di fare la settimana bianca (e di godere dell’atmosfera unica dei mercatini di Natale e dello spettacolo luci e suoni di Bressanone), l’unica che possiamo permetterci nel periodo natalizio.

Mercatini di Natale di Bressanone

Eppure mai come quest’anno mi avete scritto in privato – ma non solo – per chiedermi informazioni.

“Come si fa? Come funziona? A chi devo chiedere? Quanti siete?” ecc ecc ecc

Ci ho riflettuto.

Perché tutti adesso?

Sì il blog è cresciuto, ovviamente, in questi sei anni ma dall’anno scorso non poi così tanto. Qual è la molla che ha fatto scattare un interesse così vivo? Credo sia frutto di un mix di elementi. Il desiderio di concedersi una vacanza tra le montagne più belle del mondo senza spendere un rene in primis. Ma forse anche la voglia di tornare a esperienze più genuine, più autentiche. Meno costruite. Anche meno baby friendly nel senso più artificiale e artificioso del termine.

Posso dirlo? Evviva!

Una vacanza di gruppo in una baita in autogestione: premessa obbligatoria

Il mio background è oratoriano, di vacanze di questo tipo ne ho fatte tantissime sia in estate che in inverno. E vale lo stesso per i miei compagni di avventura, le altre 33 persone con cui ho condiviso spazio e risate negli ultimi giorni. Questo credo sia importante sottolinearlo. Non perché si debba per forza aver cantato a squarciagola “Resta qui con noi” intorno a un falò per decidere di organizzare una vacanza simile, ma una consapevolezza di cosa sia davvero un’esperienza di gruppo è necessaria. Che siano gli Scout o il CAI poco importa. Se siete di quelli che da vent’anni fate le vacanze in coppia e con la nascita dei figli vorreste cambiare, potete provarci. Ma non è detto che il risultato vi soddisfi.

Una vacanza di questo tipo implica dover scendere a compromessi continui perché si mangia quello che c’è nel piatto e se non ti piace non è un problema, non muori di fame. Impensabile chiedere “cosa volete mangiare stasera?” avremmo 18 risposte diverse. Anche no, grazie. Implica il dover rispettare orari e regole ferree che devono valere per tutti. Se la sveglia è alle 7.30, la sveglia è alle 7.30. Anche se è vacanza. Perché bisogna preparare la colazione per 34, ripulire i tavoli e lavare le pentole per poter arrivare sulle piste alle 9.15-9.30 massimo.

Vacanza in baita in Alto Adige in autogestione

Credits Marco Giumelli

Un’esperienza di questo tipo implica una certa dose di fatica: non puoi tornare dalla giornata di sci e sdraiarti a leggere un libro dopo la doccia calda perché bisogna preparare té e cioccolata per la merenda di 34 persone e poi iniziare a imbastire la cena. La realtà è che alla fine il libro lo lasci direttamente a casa, a meno che non tu non sia una come la sottoscritta che si sveglia alle cinque del mattino e, immersa nel silenzio generale, adora leggere.

Per una vacanza di questo tipo in autogestione ci vuole una persona che abbia un minimo di iniziativa in cucina, che abbia un’idea di come si nutrono 34 persone per due pasti al giorno per sei giorni. Non deve essere Cannavacciuolo ma, per dire, il nostro amico addetto cuoco ci ha preparato il filetto in salsa di vino rosso e mele. Fosse per la sottoscritta si andrebbe avanti per sei sere a pasta, nelle varianti di pomodoro e pesto. Con in mezzo una pizza da asporto, giusto per spezzare la monotonia.

Per una vacanza di questo tipo ci vuole un pochino di spirito di adattamento, dormire nei letti a castello, avere il bagno in comune, plasmarsi alle esigenze del gruppo.

Il gruppo.

Sciare in gruppo in Alto Adige

Ecco, per una vacanza di questo tipo ci vuole il gruppo giusto. Quello formato da persone che conosci da una vita e con cui hai condiviso anche parecchi viaggi. Persone con cui ridi a crepapelle e con cui viene naturale passarsi la bottiglia della birra e bere a canna. Persone che in alcuni casi sono la tua famiglia più della tua famiglia e quindi la convivenza non pesa ma è un valore aggiunto.

Persone con cui stai bene. E credo di aver detto tutto.

Affittare una baita gigante in autogestione: come funziona

Conclusa la premessa doverosa, se disponete di un gruppo il più del lavoro è fatto. Non vi resta che cercare la dimora che fa al caso vostro e in cui trascorrere una vacanza in baita in Alto Adige. Parlo di Alto Adige perché qui si concentra il maggior numero di case gestite dall’agenzia a cui ci rivolgiamo. Ovviamente il discorso vale anche per altre mete, dal Veneto all’Austria.

Per affittare la baita gigante ci rivolgiamo sempre a un’agenzia tedesca con cui ci troviamo benissimo. Alpetour. Il nome la dice lunga. Le proprietà di cui dispone sono quasi tutte a ridosso dell’arco alpino tirolese e sudtirolese. Le case sono di diversa tipologia ma non si scende quasi mai sotto i 25 posti letto. Alcune ne hanno addirittura più di 100 per gruppi davvero grandi. Non tutte le baite vengono affittate tutto l’anno, bisogna sempre chiedere.

Baita in autogestione in Alto Adige a Vipiteno

Spulciate il sito o il catalogo cartaceo se vi capita tra le mani, il simbolo del fiocco di neve sta a indicare la possibilità di affitto anche in inverno. In alternativa mandate pure una mail con tutte le vostre esigenze: date, località preferita, numero di persone. Loro vi risponderanno molto velocemente indicandovi le proprietà ancora libere e il costo.

Il prezzo a persona è variabile, dipende dalla casa scelta. Attualmente quella che affittiamo noi è 18 euro a persona fino a 25 persone, poi c’è una gratuità. Dalle 25 persone in poi la tariffa scende notevolmente. Perciò spalmando la cifra su tutti i partecipanti, il costo della vacanza si abbassa non di poco.

Vacanza in baita in Alto Adige

Calcolate che per una settimana in cinque persone, vitto e alloggio tutto compreso (quindi anche spesa comunitaria prima di partire e pranzo al super mega spettacolare rifugio Rossalm alla Plose, non proprio economico ma abbiamo voluto esagerare) abbiamo speso 665 euro.

Info utili per le proprietà in affitto

Le proprietà sono grandi. Quella usata fino allo scorso anno a Vipiteno era in zona Monte Cavallo ed era una vera e propria baita di montagna. Quella di quest’anno era una casa in legno gigantesca a Naz, sopra Bressanone, in mezzo alla strada dei meleti.

La casa a Naz in mezzo ai meleti

Uno spettacolo incredibile. A dieci minuti da Rio di Pusteria e relativi impianti. Vi parlerò del comprensorio, che merita davvero, in un altro post dedicato.

Le case sono sempre in paesini o in zone abbastanza isolate, non sulle piste da sci per intenderci. Ma se la vostra esigenza è quella di essere il più vicino possibile a un comprensorio, potete segnalarlo. La baita degli anni passati era praticamente sotto l’ovovia di Monte Cavallo ma noi sciavamo quasi sempre a Racines, a 20 minuti di distanza.

Casa in montagna in autogestione

La posizione della nostra casa a Vipiteno. Impensabile andare a fare la spesa con una forte nevicata.

La modalità da noi scelta è quella della autogestione. Alcune proprietà offrono la possibilità di avere servizio pasti, una sorta di mezza pensione in cui però spesso vi verrà chiesto magari di dare una mano a sparecchiare. Noi scegliamo l’autogestione non solo per una questione economica ma perché lo troviamo molto più divertente. Sempre se il gruppo è giusto.

Autogestione significa che la casa è in mano vostra. Dovrete portare lenzuola o sacco a pelo, pulire il bagno, pensare a tutto in cucina, lavare le pentole, fare la spesa e preparare i pasti. Noi, per comodità e per risparmio, facciamo la spesa prima di partire con menù alla mano in modo da comprare tutto quello che ci serve. Sul posto prendiamo pane, latte, uova e le poche cose che ci mancano. Negli anni siamo diventati bravissimi a non comprare troppo né troppo poco. Quello che avanza si divide e si riporta a casa.

Una volta prenotata la proprietà, avrete diritto di prelazione per l’anno successivo. Un plus non indifferente. Praticamente si conferma da un anno con l’altro. E quindi ora ho davanti a me altri 11 mesi per urlare “se continuate così non si va a Naz” e per pensare a cosa cucinare. O meglio, di quello se ne occupa il nostro cuoco di fiducia che so per certo che non mi legge ma ringrazio comunque di cuore. Io sono l’addetta alla manovalanza pesante. E a tenere i contatti con l’agenzia. Però non fatemi cucinare per 34.

p.s. ci tengo a precisare che questo post non è assolutamente sponsorizzato da Alpetour. Ma se mi chiedessero di sponsorizzarli lo farei volentieri. Perché quando una realtà vale, il passaparola è dovuto.

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