Dormire in una malga in Valtellina per vivere un weekend da Heidi

Ho un background contadino, come molti di noi del resto. Mia nonna aveva una fattoria, faceva il vino, falciava il fieno, coltivava verdure, allevava galline e capre, aveva una mucca e ammazzava conigli. Ricordo l’odore forte e pungente del mosto che ogni tanto assaggiavo, la sua polenta nel paiolo di rame sulla stufa a legna, la sua schiena ricurva per il lavoro nel campi.

Da una parte queste mie origini sono state fondamentali. L’uva io e mia cugina la pigiavamo sul serio con i piedi, non era un laboratorio domenicale in campagna. Le uova andavamo davvero a raccoglierle nel pollaio che non profuma esattamente di rose. Usavamo davvero la zangola per sbattere la panna e fare il burro. Mia nonna ci portava davvero ad ammazzare i conigli, tanto che io oggi il coniglio non riesco più a mangiarlo. Lei è morta quando avevo otto anni e mezzo eppure questi sono ricordi indelebili nella mia mente. Che ho cercato in maniera molto blanda di trasmettere ai miei figli scegliendo, ovunque possibile, di soggiornare in fattoria.

C’è indubbiamente della poesia in un ritorno alla campagna, in un riappropriarsi della terra, nell’autosostentamento, nel non dipendere da un supermercato o da una multinazionale che ci impone cosa sia giusto consumare. C’è indubbiamente dell’etica nel cibarsi di quello che la natura ti offre, in base alla stagionalità e al luogo dove vivi. C’è indubbiamente della soddisfazione nel mangiare ciò che tu, con fatica, hai prodotto. Fatica appunto. Perché c’è anche la fatica. Che forse, boh, non siamo più in grado di affrontare. Non tutti almeno.

In questi anni ho avuto l’immensa fortuna di conoscere persone ammirevoli e uniche che della fatica se ne sbattono. Come Mara, di cui vi ho già raccontato. O come Federica e suo marito di cui sto per parlarvi. Loro per tre mesi all’anno si trasferiscono in malga. Portano le mucche ai pascoli che fa molto Heidi ma non è un cartone, è realtà. Dormono in malga, vivono in malga, si cibano di ciò che la malga produce. E non sono soli, hanno due bambini con cui i miei figli hanno subito legato. Tanto che non li abbiamo più visti.

Sono stati fagocitati dai lavori in campagna, non c’è stata possibilità di andare a fare una passeggiata o di allontanarci dalla malga perché c’erano le uova da raccogliere, la farina da impastare, il latte da mungere perché il formaggio va fatto, non si può aspettare. L’esperienza di dormire in una malga non è solo dormire in malga. Comporta darsi da fare, se lo si vuole ovviamente, e calarsi nei panni affascinanti ma faticosi di due ragazzi che hanno deciso di vivere di grandi sacrifici e allo stesso tempo di godere di enormi soddisfazioni.

Perché quando mangi il loro yogurt malediresti i barattolini in plastica che ci hanno abituato a sapori denaturati.

E tutto riprende la giusta dimensione, capisci che è così che dovrebbe andare il mondo. Quando conosci realtà simili capisci che, volendo, anche tu singolo potresti fare la differenza. Una differenza enorme. Magari non per il mondo intero, ma quanto meno, indubbiamente, per la tua famiglia. E per chi entra in contatto con te.

L’esperienza di dormire in una malga in Valtellina

Abbiamo vissuto la meravigliosa esperienza di dormire all’Agriturismo Malga dell’Alpe sul passo Gavia, qualche curva sopra Santa Caterina Valfurva, direzione Alta Valle Camonica.

Un indirizzo prezioso di quelli in cui si torna sempre volentieri. E infatti l’idea è di tornarci anche quest’anno per trascorrere un paio di giorni di quest’estate insolita nella maestosità delle montagne valtellinesi.

Dormire in malga significa vivere davvero la montagna. Riscoprire la lentezza delle giornate scandite dagli orari della mungitura, indossare un paio di stivali di gomma e aiutare. Chi vuole naturalmente. Ma i bambini di solito non resistono alla tentazione di trasformarsi in piccoli malgari.

Dormire in malga significa vivere in una dimensione autentica così straordinaria che dovrebbe essere invece ordinaria. Torni a casa consapevole del fatto che quella dovrebbe essere la normalità. Sapori genuini, aria pura, un salterello e un’altalena.

Due bambini con cui giocare, cani e gatti per amici. Senza sovrastrutture e orpelli inutili. Il gelato che è solo al fior di latte ma non ti fa rimpiangere nemmeno mezzo colorante. Il fuoco da controllare perché di notte il freddo si fa sentire e se hai fatto morire la stufa le tue ossa non ti ringrazieranno. Riappropriarti di ritmi umani, staccare la spina. Dimenticare tutto.

Qui è facile, il cellulare non prende o prende poco. Non c’è il wi-fi. Ed è il regalo migliore che possiamo farci. Soprattutto quest’anno.

Agriturismo Malga dell’Alpe: informazioni utili

L’Agriturismo Malga dell’Alpe si trova sopra Santa Caterina Valfurva, in Valtellina. Lo scenario è spettacolare, da qui godete di un bellissimo panorama.

Potete scegliere se dormire in malga, l’agriturismo dispone di una casetta indipendente per cinque persone.

Oppure potete decidere semplicemente di fermarvi per una merenda a fine giornata dopo aver passeggiato in montagna. O ancora potete concedervi una giornata lenta, pranzando in agriturismo e rimanendo nei paraggi a far giocare i bambini.

Potete assistere alla mungitura del pomeriggio. E potete partecipare alle attività organizzate che al momento sono però sospese.

Ma tenetevi aggiornati sulla pagina Facebook. 

La prenotazione è sempre gradita e comunque consigliabile.

Non mi resta che augurarvi buon appetito o buona merenda. O buona vita in malga.

Comunque sia, con lentezza. E all’insegna della bellezza. Che non è trucco e parrucco.

Ma panorama da urlo e facce felici.