La piana di Predarossa è qualcosa che difficilmente si dimentica. Soprattutto se punteggiata da larici color miele, che rendono il panorama davvero unico. Siamo in Val Masino ma potremmo benissimo essere nei grandissimi parchi del Canada e degli Stati Uniti, in una di quelle immagini che si scelgono come screensaver.
Io sto pensando di sostituire sul mio pc il bianco della Lapponia con il foliage ammirato pochi giorni fa a Predarossa.
Se bazzicate qui da un po’, questo dovrebbe bastarvi per farvi capire quanto questo paesaggio mi sia entrato dentro. Quello di Predarossa lo definirei uno dei foliage autunnali più belli in Lombardia.
Predarossa sta per “pietra rossa”. Perché qui in alcuni punti le pareti rocciose assumono un colore rossastro. Quello che colpisce, una volta parcheggiata l’auto a 2000 metri, è l’ampiezza della piana che fa pensare, appunto, agli spazi vastissimi del Nord-America. E in mezzo scorre il fiume, tanto per restare in tema spazi aperti e immensi. E no, non è un film, non siamo nel Montana e non c’è nemmeno Brad Pitt. Il fiume però c’è davvero e crea un effetto unico.
Perché le anse del fiume Duino formano una sorta di serpente luccicante in mezzo alla piana e ricordano scenari lontani. Insomma io da questo paesaggio sono rimasta davvero incantata. Il foliage in Val Masino mi aveva già stupita qualche anno fa, l’autunno a Predarossa è stato un ulteriore upgrade.
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Trekking a Predarossa: la prima e la seconda piana
Arrivando a 2000 metri in auto, siamo già in un ambiente di alta montagna, alle pendici del Monte Disgrazia, una vetta di 3678 metri. Dal parcheggio ci si infila immediatamente nell’imbocco del sentiero che attraversa la prima piana, a tratti paludosa.
Una sorta di torbiera che, in alcuni punti, si attraversa camminando sulle passerelle di legno. Qui il dislivello è davvero minimo – 30 metri – praticamente si cammina in pianura per circa 1,2 chilometri.
Non vi lascio tempi di percorrenza perché noi ci abbiamo messo una vita, fermandoci in ogni punto a scattare fotografie. A circa metà della piana troverete una freccia. Seguendola, in 10 minuti raggiungerete un punto panoramico.
Un buon compromesso se pensate di non riuscire ad arrivare alla seconda piana, da cui si gode una vista spettacolare. Ma, credetemi, se ci sono arrivata io ci può arrivare chiunque.
Al termine del tratto pianeggiante si comincia a salire. 150 metri di dislivello distribuiti su meno di un chilometro. Non immaginate un sentiero agevole, ci sono sassi e pietre, in alcuni punti il terreno è sconnesso quando non scivoloso e fangoso e bisogna fare particolare attenzione. Io vi consiglio vivamente i bastoncini da trekking, utilissimi soprattutto in discesa. Senza, io sarei caduta un milione di volte.
Una volta arrivati in cima, rimarrete semplicemente a bocca aperta. Sia dalla vista sulla piana, sia dalla seconda piana che si apre con il fiume che torna a essere più tranquillo. C’è anche il ponticello bucolico.
Rimanete qui tutto il tempo che ritenete necessario. Anche a lungo, molto a lungo, come abbiamo fatto noi. Perché siete in mezzo alla bellezza vera, assoluta. Respiratela a pieni polmoni. Non è uno spettacolo che si incontra tutti i giorni.
Se poi siete amanti dei trekking più impegnativi potete salire fino al Rifugio Ponti (chiuso però in inverno). Ma per questo io non sono certo la persona più indicata a fornirvi indicazioni. Vi lascio comunque in buone mani.
Ricapitolando:
- Dislivello prima piana: 30 metri. Lunghezza: 1,2 chilometri. Escursione adatta anche per bambini piccoli, potete anche solo rimanere vicino al fiume, passeggiare lungo le passerelle della piana e respirare aria pura. Ricordando sempre che siamo a 2000 metri, un’altitudine non consigliata per i piccolissimi.
- Dislivello per raggiungere la seconda piana: 150 metri. Lunghezza: 800 metri. A mio avviso non è un sentiero adatto per i piccoli perché il terreno è molto sconnesso e irregolare, con radici e sassi. Non è comunque pericoloso, non è minimamente esposto, si segue semplicemente la naturale pendenza del fiume. Io lo consiglierei dai 5 anni. Poi ovviamente tutto è soggettivo.
Predarossa in autunno: un foliage da urlo
Assodato che la piana è spettacolare in ogni stagione (ci siamo tornati nel verde dell’estate e posso confermarlo), io mi ero salvata su Instagram una foto di Predarossa in autunno proprio perché ero rimasta molto colpita dai colori del foliage.
E davvero l’autunno da queste parti è qualcosa di unico. I larici che costeggiano il fiume e decorano la piana a mo’ di cornice si tingono di giallo. Che unito al giallo-verde della piana crea una tavolozza vivace. Se poi sommate l’azzurro del fiume che in alcuni punti tende al verde acqua e il bianco della neve, non potete fare a meno di pensare di essere stati catapultati in un quadro.
Quando andare per ammirare Predarossa in autunno al massimo del suo splendore? Da fine ottobre ai primi di novembre. Unico inconveniente, se così possiamo chiamarlo: la neve. A questa altitudine basta una nevicata copiosa e tutto si ricopre di bianco. Potrebbe essere più o meno suggestivo, questo dipende da voi. E camminare nella neve è sicuramente più faticoso. Controllate quindi sempre con particolare attenzione le previsioni meteo, ricordando che siamo in alta montagna e con il clima non si scherza. Anche perché la strada per arrivare alla piana può essere ghiacciata.
Come arrivare a Predarossa
Arriviamo alla parte che amo di più di questo posto: l’accesso limitato a 50 auto al giorno. Se siete come la sottoscritta che rifugge la ressa, non potete che essere felici di questa restrizione che ha lo scopo di preservare un luogo unico.
Se mi leggete da un po’, sapete che mi sta molto a cuore la tematica del sovraffollamento di alcuni luoghi. Mi sono sentita colpevole per aver parlato di alcuni luoghi che poi sono stati presi d’assalto perché sono diventati di moda, instagrammabili. Ho quindi fatto un patto con me stessa e con voi, decidendo di evitare di essere troppo precisa e dettagliata (in primis perché gli articoli in cui mi si dice ogni singola informazione mi tolgono il fiato e il piacere della scoperta e poi perché con quel pizzico di fatica in più si impone un minimo di ricerca e si scoraggia chi vuole semplicemente scattare una foto e via). Non mi prendo certo il merito di questa scelta, molti travel blogger – soprattutto stranieri e di vecchia data – che stimo hanno imboccato questa strada, rimanendo molto vaghi sulla geolocalizzazione per preservare i luoghi.
Con Predarossa il problema non si pone. Il numero delle macchine che possono arrivare al parcheggio è quello, un limite che vale anche in settimana. Per raggiungere la piana di Predarossa dovete arrivare a Cataeggio e proseguite per la strada di 12 chilometri asfaltata ma tutta tornanti che da circa 800 metri di altitudine vi porta a quota 2000.
Come acquistare il pass di accesso
Per acquistare il pass di accesso e garantirvi uno dei 50 fortunati posti per ammirare l’autunno a Predarossa (ma vale anche per la primavera, l’inverno e l’estate, ovviamente) dovete accedere al sito Valmasino Travel e scegliere il giorno in cui volete effettuare l’escursione, inserendo numero di targa, nome del conducente, data di nascita, codice fiscale e numero di passeggeri a bordo. Poi potete effettuare il pagamento direttamente online oppure in posta ma entro 24 ore dall’acquisto del pass e comunque prima di accedere alla piana. Il costo del pass è di 10 euro a macchina.
Non vi verrà rilasciato nulla e non dovete inserire ticket o altro al vostro arrivo. Semplicemente viene registrato il vostro numero di targa in modo che gli addetti ai controlli sanno se avete pagato.
Sul sito trovate anche un numero di telefono che può tornarvi utile per conoscere le condizioni della strada. Assicuratevi di avere le gomme da neve montate per visitare Predarossa in autunno. Anche se l’obbligo ufficiale scatta al 15 novembre, vi consiglio vivamente di essere già equipaggiati. Lo ricordo, si arriva a 2000 metri.
In cima alla salita troverete un ampio spiazzo dove parcheggiare. Da lì il sentiero parte direttamente.
Predarossa in autunno: che cosa portare
Lo ridico? Siamo a 2000 metri. Quindi la temperatura in questa stagione si aggira intorno allo zero termico. Se vi va bene ci sono 2-3 gradi. Camminando vi verrà caldo e, chiaramente, verso mezzogiorno la temperatura si alzerà. Consigliabile quindi vestirsi a strati e avere tutto l’occorrente per non patire il freddo.
- Cappello
- Guanti
- Pile
- Giacca impermeabile
- Scarponcini o scarpe da trekking possibilmente in Goretex o comunque impermeabili
- Bastoncini da trekking (consigliati)
Non ci sono rifugi, né punti ristoro, né fontanelle a cui bere. Solo la piana e il fiume. Fondamentale quindi riempire lo zaino con:
- Acqua
- Termos con tè caldo
- Snack vari
- Pranzo al sacco se pensate di mangiare sul posto
- Macchina fotografica (non è indispensabile ma vi pentirete di non averla portata)
Il cellulare non prende già poco dopo Cataeggio. Vi servirà solo per fotografare.
Dove mangiare
Se siete di quelli che in Valtellina difficilmente rinunciano a un piatto di pizzoccheri, sappiate che sulla piana non ci sono rifugi. Potete quindi partire al mattino presto per essere alla piana verso le 9.30 al massimo. Prendendovela con tutta la calma del mondo, per le 13.30 sarete di ritorno alla macchina.
Noi avremmo voluto fermarci presso il rifugio Scotti, a metà strada circa tra Cataeggio e la piana, sulla strada che porta a Predarossa, ma purtroppo il giorno in cui abbiamo fatto l’escursione era chiuso. Informatevi sui giorni e gli orari di apertura.
[AGGIORNAMENTO: Mi sono fermata al Rifugio Scotti in estate e davvero ne è valsa la pena]
Alla fine abbiamo pranzato verso le 14.30 all’hotel ristorante Miramonti (che tra l’altro fa pizzoccheri ottimi) a Filorera e ne abbiamo approfittato per tornare ad ammirare il foliage nella Foresta dei Bagni di Masino. Due piccioni con una fava.
Per una giornata autunnale davvero da fiaba.
2 Comments
Grazie.
Ben dettagliato e invogliante, pagato il ticket domani ci andiamo.
Giancarlo
Che bello Giancarlo sono contenta. Spero che ti sia piaciuto. Se ti va fammi sapere. Buona giornata