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Coira in inverno, i mercatini di Natale della città più antica della Svizzera

Coira è la città più antica della Svizzera. Incastonata tra le Alpi, vale sicuramente una visita in ogni stagione. Ma Coira in inverno ha quel qualcosa in più, soprattutto nel periodo natalizio, quando i vicoli vengono inondati da luci, decorazioni e profumo intenso di Bratwurst, Lebkuchen e Glühwein.


Approdiamo in centro il 6 dicembre e veniamo accolti da una figura particolare. Non il solito Babbo Natale che affolla strade e centri commerciali in questo periodo bensì San Nicola, il celebre vescovo da cui Santa Claus ha origine.

La storia di San Nicola, ovvero di Babbo Natale, l’avevamo già scoperta durante una bellissima visita guidata alla chiesa di Babbo Natale a Roma. Tutto torna insomma.

Facciamo un giro tra le viuzze, il mercatino è piuttosto piccolo, e raccolto ma, va detto, anche meno spettacolare e tipico dei tanti cugini tedeschi o altoatesini. Però ha il vantaggio di essere decisamente meno affollato, un dettaglio che fa la differenza. E poi è la città di Coira a conquistare l’attenzione e a fungere da vera protagonista.



Le montagne a far da sfondo, la casa di Heidi a Maienfeld a una manciata di chilometri, tutto concorre a creare un’atmosfera decisamente calda, in netto contrasto con la temperatura esterna.

Dopo una tazza di cioccolata bollente, decidiamo di tornare alla baita, quella che ormai chiamiamo la nostra casa in Svizzera.

Il nostro luogo del cuore in terra elvetica.

Accendiamo il camino, la legna scoppiettante rompe il silenzio quasi surreale da cui siamo piacevolmente avvolti. Una pace unica, il cielo che comincia a imbrunire regalando una vista impareggiabile sulle montagne che ci circondano.

Prepariamo le carte per una partita a Uno quando sentiamo bussare alla porta. Il padrone di casa ci invita a indossare giacca, guanti e cappello e a  uscire in fretta perché da lì a breve San Nicola arriverà dalle valli a salutare tutti i bambini.

La questione è seria, bisogna preparare il falò per accoglierlo, c’è tanto da fare prima del suo arrivo. Intimiditi, seguiamo un paio di famiglie che si stanno recando sul posto designato per l’incontro. Una piana in mezzo al nulla, nessuna casa all’orizzonte, nessuna luce se non quella delle lanterne che ogni gruppo si è portato da casa.

Noi siamo  impreparati. La pila del cellulare, decisamente meno romantica della fiammella di una candela, ci aiuta a farci strada sul sentiero.

Ci sentiamo, come dire, un tantino fuori luogo.

Veniamo accolti da una comunità minuscola, una trentina di persone a dir tanto. Ognuno ha portato qualcosa, chi da mangiare, chi tè caldo o Glühwein da sorseggiare o usare come scaldamani. Noi nulla ma veniamo trattati come ospiti di eccezione, non dobbiamo preoccuparci, non è un  problema. Ce n’è abbastanza per tutti, ci dicono.

Il falò ci riscalda e ci illumina, un cerchio di luce avvolto nell’oscurità.

Non resta che aspettare. Non c’è un orario preciso, San Nicola è come il Natale di una celebre pubblicità. Quando arriva, arriva. L’attesa, l’ingrediente fondamentale dell’Avvento, il periodo che precede la festa più bella dell’anno, è per noi ancora più autentica ed emozionante, perché davvero non sappiamo che cosa aspettarci.

Finalmente da lontano scorgiamo la sagoma di due figure illuminate da una lanterna. San Nicola sta arrivando ed è in compagnia.

Chiediamo lumi e ci viene spiegato quello che sta accadendo.

È il folklore alpino, una tradizione che si tramanda da secoli. L’arrivo di Sankt Nikolaus, San Nicola, Santa Claus o Babbo natale che dir si voglia. Un Sankt Nikolaus che arriva la sera del 6 dicembre, accompagnato da un asino e da un uomo scuro, quello che nei Paesi Bassi viene chiamato Zwarte Piet cioè Pietro il moro.

Qui viene chiamato semplicemente Schwarzer Mann, l’uomo nero. Questo perché, tradizionalmente, San Nicola era accompagnato da un servo moresco che lo aiutava a portare i doni, un facchino praticamente. Da quello che ci è stato raccontato, in alcune valli Svizzere, tra cui il luogo in cui ci troviamo, l’uomo nero non è un servo qualunque ma  il personaggio un po’ birbante che solidarizza con le marachelle dei bambini. Si mette di fianco a Santa Claus e,  quando i piccoli si trovano a dover rispondere alla fatidica domanda “Sei stato bravo?”, l’uomo nero strizza l’occhio e parteggia per chi non si è propriamente distinto per un comportamento ineccepibile. Della serie, va bene anche se sei stato monello, ti capisco benissimo credimi, mi stai simpatico. Dammi un cinque!

Restiamo in fila, ad aspettare che Sankt Nikolauspronunci i nomi dei nostri bambini con tanto di età e data di nascita. Potere delle registrazioni per la tassa di soggiorno.

E visto che non ha abbastanza informazioni sui guai combinati dai miei figli, li premia per il loro comportamento esemplare. Riceviamo un bellissimo sacchetto di iuta personalizzato, ognuno contenente caramelle, mandarini e torroncini.

Il Natale di una volta insomma.

I bambini intonano un canto di Natale, i grandi si stringono intorno al falò. Mi sento come una comparsa in un bellissimo film. Metto via la macchina fotografica, mi sembra inopportuno immortalare questo momento così intimo. Voglio gustarmelo e prestare attenzione a ogni dettaglio. Rinfrescare qualche parola di tedesco, scambiare due chiacchiere, confrontare le tradizioni, ringraziare di cuore per questo invito.

Potevamo benissimo essere esclusi dall’evento, probabilmente non ce ne saremmo nemmeno accorti. E invece la nostra presenza è stata fortemente desiderata, la piccola comunità si è stretta intorno a noi coccolandoci come si fa con un ospite. In fondo non è questo il vero spirito del Natale?

Come arrivare a Coira

Come già detto, Coira è la città più antica della Svizzera e la capitale del Cantone dei Grigioni. Tutti conoscono il famosoTrenino Rosso del Bernina, la linea ferroviaria patrimonio UNESCO che congiunge Tirano a Sankt Moritz. Ma sono in pochi a sapere che da Sankt Moritz è possibile proseguire fino a Coira superando le gallerie elicoidali e i viadotti nella valle dell’Albula.

Questo tratto è spettacolare anche dal punto di vista ingegneristico. E personalmente ho un desiderio: scendere dalla pista di slittino da Preda a Bergün e risalire proprio con il treno.

A Coira quindi ci si può arrivare comodamente in treno e percorrere un viaggio ferroviario che una volta nella vita bisogna assolutamente intraprendere. Anche il Glacier Express passa da Coira, ma questo merita sicuramente un articolo a parte. La città può quindi essere la meta o la stazione di passaggio per intraprendere alcuni dei percorsi ferroviari più famosi ed emozionanti del mondo.

In alternativa al treno, Coira può essere comodamente raggiunta in auto in meno di tre ore da Milano. Una curiosità: quando ero immatura e stupida giovane e pensavo che a fare un viaggiatore fosse il numero di paesi visitati, questa era una delle zone più gettonate per i weekend.

In una manciata di chilometri da qui è possibile approdare in Liechtenstein, Austria e Germania. Praticamente quattro stati in un fine settimana. Senza contare i diversi cantoni. Un dettaglio non da poco se siete di quelli che contano i confini superati.

Visitare Coira con i bambini

Cosa offre Coira per i bambini? Per chi ama gli animali, imperdibile il Museo di Storia Naturale del Cantone dei Grigioni.  Per catturare l’attenzione dei più piccoli, fate cercare loro le figure dipinte sui muri o le statue di animali. Mi ispirava molto questa visita guidata che purtroppo non siamo riusciti a fare. Ma se vi capita, credo sia davvero molto interessante.

Coira in inverno può essere una meta speciale per i mercatini di Natale o per percorrere la pista da slittino. Coira è poi vicinissima ad alcune località montane spettacolari, come Lenzerheide o Davos. Un mix perfetto tra neve, mercatini di natale e treni speciali. 

Coira in estate invece può essere la base di appoggio per visitare Maienfeld e la casa di Heidi e per raggiungere il meraviglioso lago di Cauma, definito come i Caraibi della Svizzera.

letiziadorinzi

Letizia, classe 75, tre figli di 13, 12 e 8 anni e una passione innata per il Nord e la natura sconfinata. Ho più foto nella neve che in costume e queste ultime, qui, non le vedrete mai :). Non chiamatemi blogger ma cantastorie.

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