L’aurora boreale in Norvegia: il sogno che si avvera

L’aurora boreale, un sogno, il mio sogno.

E i sogni sono fatti per essere inseguiti per un ragionevole lasso di tempo, altrimenti se li realizzi subito non c’è gusto. I sogni sono fatti per essere coccolati, gelosamente custoditi, accarezzati, sfiorati, rimuginati. E, solo quando si è davvero pronti, arriva anche il momento di andarseli a prendere.

Lo scorso anno sono stata 8 giorni in Lapponia. Inutile dire che tra le tante aspettative che nutrivo c’era lei, la signora dei cieli, l’aurora boreale in tutto il suo splendore. Ma era talmente tanta la gioia di trovarmi finalmente davanti a certi paesaggi così belli da sembrare finti che in realtà non ne ho sentito troppo la mancanza. Non l’ho nemmeno rincorsa più di quel tanto. Forse non ero pronta. Forse non l’ho cercata abbastanza e lei, da prima donna qual è, si è fatta giustamente desiderare, negandosi ai miei occhi.

È passato un anno esatto. Un anno in cui non è trascorso un solo giorno in cui non ripensassi al bellissimo viaggio oltre il Circolo Polare Artico. Una linea di demarcazione netta che quando la superi ti scatta qualcosa. Non ne puoi più fare a meno. Vuoi tornare a quelle latitudini, senti di appartenere a un mondo di ghiaccio che ti fa rinunciare a qualsiasi altra meta pur di poterlo raggiungere di nuovo.

È arrivato così il secondo viaggio invernale a Nord, ancora più su di qualche parallelo. E la mia prima volta in Norvegia non poteva che essere con la neve. Perché per quanto le immagini dei fiordi in estate mi lascino senza parole, la versione imbiancata per me rimane insuperabile. Stavolta ero pronta, volevo a tutti i costi realizzare il mio sogno. Con buona pace di renne e fiordi, io volevo vedere lei. L’ho pretesa, l’ho quasi minacciata, scherzando, dicendo che se mi fosse andata male anche questa volta mi sarei data all’aurora australe. E lei me l’ha fatta pagare. Si è mostrata in tutto il suo splendore stregandomi come le sirene di Ulisse. Ammaliandomi con un canto silenzioso che, so per certo, mi ricondurrà a quelle latitudini.

Crea dipendenza, l’aurora. Seduce, affascina. E non solo i grandi. Mi sono trovata a chiedere ai miei figli quale viaggio avessero preferito tra la Finlandia e la Norvegia. Una domanda sciocca, del genere “vuoi più bene alla mamma o al papà?”. Non sapevano cosa scegliere, alla fine mi hanno risposto: “ la Norvegia perché abbiamo visto l’aurora boreale”. Babbo Natale sconfitto miseramente dalla signora dei cieli.

L’aurora boreale ci ha accolti già in volo, con il pilota che annunciava ai passeggeri una piccola striscia verde nel cielo. L’ha vista solo la figlia di mezzo che rimane quindi la prima della famiglia ad averla avvistata.  Siamo atterrati in aeroporto stanchi come non mai, dopo un cambio di volo a Oslo con ritiro bagagli, un secondo check-in e il banco per il noleggio auto chiuso, con un numero di telefono da chiamare a cui non rispondeva nessuno. Nervosismo e stanchezza, un mix esplosivo.  Ma siamo arrivati nella nostra nuova casa e lei ci ha accolti, ci ha dato il benvenuto. Flebile, nulla di eclatante, giusto per ricordarci che ne era valsa la pena. La sera successiva non avevamo grandi pretese, volevamo semplicemente salire con la cabinovia Fjellheisen verso il punto panoramico sul monte Storsteinen. Tre minuti di risalita per arrivare a poco più di 400 metri e ammirare un panorama mozzafiato sulla città di Tromsø.

Andateci al tramonto, se vi capita, è davvero una meraviglia. E qui l’aurora ci ha colto di sorpresa, non era ancora buio, non me l’aspettavo proprio. Uno spettacolo indescrivibile a far da cornice alla vista più bella che si possa immaginare.

È stato uno di quei momenti in cui ringrazi Dio, la Natura e la vita.

Terza sera, escursione per vedere l’aurora. Non che siano necessarie escursioni, la natura è gratis e visibile a tutti, ma volevamo comunque provare qualcosa di diverso. A soli 30 minuti dalla città, ci è apparsa la visione che mi ha letteralmente commossa. Enorme nel cielo, prima verde brillante poi con sfumature rosa. Cangiante, in continuo movimento, a spirale, a farfalla, la cosa più bella che abbia mai visto in vita mia.

Un’emozione che non si può descrivere a parole e che ha lasciato a bocca aperta anche i bambini. Non stavano più nella pelle, saltavano, urlavano, volevano fotografarla, immortalarla, cercare di catturarla in qualche modo per non lasciarla più andare.

La quarta sera l’aurora ci ha salutati fuori casa, fugace ma intensa. Non era certo un addio ma un arrivederci.

Perché a questo punto so di soffrire di una nuova dipendenza.  Ma tranquilli, smetto quando voglio. Il problema è che non voglio.

Aurora boreale: un po’ di chiarezza

Prima di oltrepassare il Circolo Polare Artico ho letto molto sull’aurora boreale, in inglese Northern Lights, mi sono documentata talmente tanto che alla fine quasi credevo di averla già ammirata. L’aurora boreale è un fenomeno naturale che ha una spiegazione scientifica. Si tratta di particelle cariche che il vento solare trasporta verso la terra e che, a contatto con l’atmosfera, sprigionano energia sotto forma di luce. Ma noi preferiamo comunque la spiegazione ufficiosa di un’antica leggenda Sami secondo la quale è una volpe artica che accende il cielo con le scintille create dal contatto della sua coda con il manto nevoso. Sono tante le leggende legate a questo spettacolo della natura. Che preferiate la versione fiabesca o scientifica, ha poca importanza. Quello che va saputo è che non si tratta di un fenomeno così raro come spesso si legge.

Aurora boreale: dove, quando e come si può ammirare

L’aurora boreale è visibile nei paesi nordici, Canada, Alaska, Groenlandia, Islanda, Russia, Svalbard e Lapponia (finlandese, norvegese e svedese). Quando il fenomeno è particolarmente intenso, è possibile vederla anche in Scozia.

Si può ammirare l’aurora, in linea teorica, tutto l’anno. Ma ovviamente, per questioni di luce, in estate non si vede perché il cielo a quelle latitudini non è mai totalmente scuro. I mesi migliori sono quindi quelli invernali, non per una questione di freddo bensì di luce.  Si indica come periodo adatto da metà ottobre a inizio aprile, poi una botta di fortuna a fine agosto in Islanda può capitare.

Cosa serve per vederla? Il fattore C non deve mai mancare. Ci siamo capiti.

Non servono escursioni guidate, la natura è gratis a disposizione di tutti quelli che, con pazienza, si mettono in attesa. Però è vero che con una guida naturalistica davvero esperta si ha una chance in più, proprio in virtù della conoscenza del territorio e non perché la guida abbia l’esclusiva  (giuro l’ho letto). Ma davvero, per esperienza, la si può vedere ovunque, anche fuori dalla finestra. Anche quando una bambina reclama il latte alle tre di notte e tu non vuoi proprio alzarti a prepararglielo, poi per non sentirla più frignare fai lo sforzo, ti trascini fuori dal letto e rimani ammaliata da un bagliore verde. Il latte può aspettare, si prende e si esce in pigiama a commuoversi. [Tratto da una storia vera].

La condizione ottimale è che il cielo sia limpido e senza nuvole. Se nevica è difficile avvistarla ma è anche vero che nelle zone vicino al mare le nuvole vengono spazzate via in un battibaleno quindi mai disperare.

Credits Elisa Polini-Un viaggio infinite emozioni

Il cielo dev’essere scuro ma noi l’abbiamo vista anche al crepuscolo. Bisogna allontanarsi da ogni fonte di inquinamento luminoso, quindi dalle luci della città. L’aurora non sempre è visibile a occhio nudo ma la macchina fotografica può comunque catturarla. Mi è capitato lo scorso anno quando io non l’ho vista ma il mio obiettivo ha colto comunque un bagliore nel cielo.

L’intensità dell’aurora si misura in Kp da 0 a 9, dove il 9 è il valore di maggiore attività. Nei giorni in cui siamo stati in Norvegia il Kp si aggirava tra i 3 e i 4 con una punta di 5. Ecco la mappa che mostra a che latitudine e a che valore Kp è possibile ammirare le Northern Lights. Potete controllare i valori scaricando qualche applicazione, come Aurora Forecast o Aurora Now.

 

 

Alcune app forniscono anche le previsioni dell’attività solare per i tre giorni successivi anche se, come per le normali previsioni atmosferiche, l’affidabilità non è mai al 100%.

Il modo per non sbagliare è chiedere alla gente del posto, i locals ne capiscono molto di più semplicemente guardando il cielo.

E mi raccomando, ricordate, mai dimenticare a casa il fattore C.

Credits Elisa Polini -Un viaggio infinite emozioni

 

letiziadorinzi

Letizia, classe 75, tre figli di 13, 12 e 8 anni e una passione innata per il Nord e la natura sconfinata. Ho più foto nella neve che in costume e queste ultime, qui, non le vedrete mai :). Non chiamatemi blogger ma cantastorie.

View Comments

  • Deve essere uno spettacolo, qualcosa che non dimentichi mai più. Spero di vederla anche io un giorno, anche se andare da quelle parti proprio in inverno mi lascia perplessa... non solo per il gran freddo ma anche perché fa buio molto presto.

    • Guarda andando a narzo le ore di luce non sono poche, il crepuscolo che abbiamo beccato era alle 18, quindi fattibilissimo. È giustamente un fattore da tenere in considerazione quando si viaggia, devi scegliere i mesi con più ore di luce. Ma è un sogno, davvero ??

      • Ci credo, infatti l'Islanda e la Norvegia sono tra i miei travel dreams europei già da tanto tempo! :)

        • Anche l'Islanda è nella mia wish list da un po', speriamo di riuscire a realizzare anche questo desiderio :)

  • ho voglia di viaggiare sempre ma mai come in questo periodo amo fantasticare ...e sono venuta a rileggere questo tuo post che già mi aveva affascinato tanto e che ora mi convince ancora di più!!!!!!!! le vacanze invernali quest'anno in francia saranno a fine febbraio /inizio marzo, il che vuol dire tardino per la settimana bianca in Italia e presto per il mare nel medio raggio e quindi mi sono messa in testa il Nord, quello Vero!!!!! e questo tuo post non fa che confermare la mia sensazione <3

  • Grandissima!!! Guarda io ormai pianifico solo le vacanze al Nord in inverno. E' diventata una dipendenza :)))) Buona pianificazione di questo meraviglioso sogno!

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